I certificati aurei sono stati utilizzati dal 1882 al 1933 negli Stati Uniti come alternativa alla carta moneta. Ognuno di questi certificati corrisponde ad un titolo su una determinata quantità d’oro. Nel 1933 la pratica del riacquisto di questi certificati in monete d’oro è stata revocata dal governo americano. I certificati sono stati quindi ritirati dalla circolazione a profitto della moneta tradizionale. Oggi sono molto rari e appartengono solo a dei collezionisti.
La storia dell’origine dei certificati aurei negli altri paesi è piuttosto vaga. Contrariamente ai buoni degli Stati Uniti che hanno cominciato ad essere stampati nel 1865, sono stati autorizzati in virtù della legge del 3 marzo 1863. I primi certificati non riportano un numero di serie e sono stati datati a mano in occasione della loro emissione. Il principio di emissione consisteva nel fatto che il governo conservava l’equivalente in oro del valore indicato e i primi certificati promettevano di pagare questo ammontare all’unico depositario che era esplicitamente identificato sul certificato stesso. Un’aquila appare fai sistematicamente sulle prime emissioni. Sulle serie seguenti (quelle del 1870, 1871 e 1875) figurano diversi ritratti di personaggi storici. Il retro di questi certificati era vergine o riportava dei disegni astratti. L’unica eccezione era il certificato da 20$ del 1865 che riportava l’immagine di una moneta da 20$ d’oro.
La prima serie di certificati pagabili al portatore è apparsa nel 1882. Poiché non erano più nominativi, questi certificati erano trasferibili e chiunque poteva riacquistarli per l’equivalente in oro. È il caso di tutte le serie emesse a partire da questa data eccetto le serie del 1888, 1900 e 1934. Queste ultime sono state consegnate a dei depositari privati come in precedenza. Le serie del 1882 riportavano gli stessi ritratti delle serie del 1875 ma con un disegno sul verso diverso, con una serie di aquile e un lavoro grafico complesso.
Il fronte di tutti i certificati aurei dal 1870 al 1882 inalberava il ritratto, a sinistra o a destra, con la denominazione sull’altro lato. La parte centrale, invece, conteneva i nomi e le firme.
A partire dal 1905 si vedono apparire delle serie che riportano dei numeri di serie negli angoli.
I certificati aurei sono sempre stati editati in due dimensioni, una grande e una piccola. I colori, da parte loro, sono stati cambiati spesso, passando dal verde del 1928 all’arancio del 1934. A partire dal 1934 la menzione “come autorizzato dalla legge” fa la sua comparsa sui certificati. Il riacquisto è quindi riservato ad alcune entità. L’espressione “in monete d’oro” viene soppressa anch’essa a causa delle variazioni dei prezzi fissati dal governo.
Oggi questi certificati aurei servono prima di tutto agli investitori che possono così possedere dell’oro senza detenerlo fisicamente. Questi certificati sono emessi principalmente dalle banche private che conservano l’oro fisicamente e consegnano così ai detentori dei certificati un diritto di proprietà. Il detentore è dunque realmente il proprietario dell’oro acquistato che può rivendere come preferisce.