Una casa per le vacanze in multiproprietà era un’opzione molto in voga durante gli anni ’80, quando la tentazione di ottenere un immobile a un prezzo stracciato, magari in una località esclusiva, era davvero molto diffusa.
Gli italiani, però, non hanno ancora rinunciato a questo tipo di transazione: tra vantaggi, possibili rischi e tipologie di contratti, ecco i maggiori pro e contro di questo affare.
Che cos’è una casa in multiproprietà: i vantaggi
Per contratto di multiproprietà si intende l’acquisto congiunto di un immobile da parte di più soggetti, che ne condividono la proprietà ma acquistano il diritto di risiedervi solo in determinati periodi dell’anno, a rotazione. Di solito questo tipo di transazioni avvengono in località vacanziere, e il diritto all’abitazione limitato comporta un’inevitabile riduzione dei costi di acquisto e di gestione dell’immobile, poiché le spese comuni vengono ripartite tra i diversi proprietari.
Quali rischi?
La storia delle multiproprietà in Italia, tuttavia, ci suggerisce di tenere gli occhi bene aperti. Costruttori falliti prima di aver terminato i lavori e contratti poco chiari (con tanto di clausole vessatorie) hanno afflitto molti compratori durante gli anni passati, quando questo tipo di transazioni venivano spesso affidate a operatori poco professionali, dediti solamente a campagne di vendita particolarmente aggressive. Occhio, quindi, alla serietà degli intermediatori, tenendo comunque presente che le cose sono piuttosto cambiate: dal 1998 in poi, infatti, sono state approvate nuove leggi che tutelano i diritti degli acquirenti delle multiproprietà. Il venditore è tenuto a indicare chiaramente l’ubicazione della casa, la sua destinazione e il relativo permesso edilizio. In caso di opera non ancora terminata, invece, il contratto dovrà contenere precise informazioni sullo stato di avanzamento dei lavori, la data di conclusione prevista e le garanzie per la restituzione delle somme già versate, in caso di mancato completamento del fabbricato.
Tipi di contratti
Sono principalmente tre le categorie di contratti che possono essere stipulati in multiproprietà. In primis quello immobiliare, che conferisce il diritto di disporre pienamente della porzione di un complesso residenziale per un determinato periodo dell’anno. La multiproprietà azionaria, invece, permette di detenere una quota del capitale di una società proprietaria di un complesso immobiliare, e queste azioni consentono di disporre di una casa o di un appartamento prestabiliti. Infine, c’è anche la multiproprietà alberghiera che, sempre solo in alcuni periodi dell’anno, permette di avere la disponibilità di un immobile che viene però gestito come un hotel o un residence.
Per il ripensamento ci sono 2 settimane di tempo
Invece, per chi avesse sottoscritto un contratto di multiproprietà e avesse alla fine deciso di tornare sui suoi passi, ci sono 14 giorni di tempo: è questo il termine previsto dal decreto legislativo n. 79 del 2011. In questo caso, il compratore non sarà tenuto a dare alcuna spiegazione per il suo ripensamento. Se, assieme al contratto principale, all’acquirente non sarà stato consegnato anche il formulario standard per il diritto di recesso, i termini per esercitarlo si allungano di altri 12 mesi.
Riassumendo, quindi i pro sono un basso valore di acquisto che si rivaluta nel tempo con bassi costi di manutenzione e tasse (proporzionali al periodo di tempo acquistato), i contro sono quelli legati al fatto di dovere sempre andare in vacanza in quel determinato posto (a meno che si acquisti una quota azionaria di una società che possiede molte strutture nel mondo) e legati a situazioni contrattuali poco chiare.