Chiunque si muove nel mondo degli affari si trova spesso ad avere tra le mani biglietti da visita, semplici cartoncini rettangolari o plastificati che rappresentano persone conosciute per scopi lavorativi e con le quali abbiamo sostenuto una, seppure minima, conversazione.
Per un professionista, il biglietto da visita è uno strumento molto efficace per dare valore alla propria professionalità e farsi riconoscere dai propri contatti. Sebbene molti professionisti ne sottovalutino l’importanza, è bene ricordare che il biglietto da visita è la carta d’identità nel mondo del business, nessuno ne avrà uno uguale al vostro.
In Giappone, ad esempio, il biglietto da visita è chiamato meishi e tutti lo portano sempre. Quando si presentano, i giapponesi, per loro cultura, si scambiano i relativi biglietti da visita con un vero e proprio cerimoniale e come tale viene rispettato in tutti gli incontri. Anche se non strettamente legato a scopi lavorativi, per i giapponesi, il biglietto da visita rappresenta la propria immagine, la propria persona e non solo la propria posizione lavorativa.
Qui da noi -tranne in alcune circostanze- lo scambio avviene solitamente alla fine di un incontro. Si fa la presentazione, si parla del più e del meno e poi prima di andarsene si lascia il proprio biglietto da visita per i futuri contatti. Quante volte vi è capitato?
Anche se questo modo di porsi non è sbagliato, se volete concentrare attenzione e interesse su di voi, iniziate la presentazione lasciando sin da subito il vostro biglietto da visita. Il vostro interlocutore avrà così già un’idea di chi siete, di cosa vi occupate e i vostri riferimenti. Quante volte è capitato di parlare con qualcuno e di non ricordarne il nome dopo poco?
Avere il proprio biglietto da visita, è fondamentale quando ci si propone come figura professionale, è una porta sempre aperta nel mondo del business. A distanza di tempo, il vostro contatto potrebbe anche riferire ad altri le vostre competenze proprio grazie al vostro biglietto da visita.