In questi ultimi 10 anni sono stati avviati molte migliaia di negozi con la formula ‘compro oro’, un vero e proprio boom di aperture che ha interessato ogni parte d’Italia ed ogni centro urbano (grandi città e piccoli centri).
Il ritmo di crescita di queste aperture ha rappresentato un record, andando in controtendenza rispetto al trend attuale dei negozi tradizionali.
A fronte di decine di migliaia di negozi operanti in vari settori (alimentari, abbigliamento, libri, edicole, prodotti per la casa, ecc.) che per anni hanno costituito ‘l’ossatura del commercio’ e che da tempo stanno chiudendo uno dopo l’altro o che si accingono a farlo in un prossimo futuro, le attività di ‘compro oro’ stanno invece registrando una forte crescita (nel numero di negozi presenti) che in termini percentuale è stata a due cifre in questi ultimi anni.
Proviamo a fare un elenco delle motivazioni che stanno alla base di questi numeri :
bassi costi di avvio e gestione. Avviare un negozio di compro oro non richiede particolari investimenti ed i costi necessari sono di poche migliaia di euro (insegna, cassaforte, bancone, piccoli strumenti per pesare e valutare l’oro, ecc.), le poche pratiche burocratiche per avviare l’attività ed anche i bassi costi di gestione (il canone di locazione, qualche imposta ed eventualmente i costi pubblicitari sono le voci principali a cui occorre far fronte);
il trend e la moda del momento. E’ risaputo che in generale la gente (privati, imprenditori, ecc.) tende a seguire il ‘branco’ e le decisioni da esso effettuate e quindi, anche di fronte ad una scelta imprenditoriale, si evidenzia un comportamento simile.
Una fase di crisi nel settore del commercio che limita notevolmente le possibilità di scelta.
Stiamo vivendo un periodo di grossa difficoltà nel settore delle piccole e medie imprese e quindi, di fronte ad un settore che in questi anni ha visto crescere il proprio giro di affari (la vendita di oro e gioielli usati, in particolare, quelli di piccolo o modesto valore), sono in molti coloro che stanno guardando con speranza a questo settore per ritagliarsi uno spazio adeguato;
i risultati positivi del settore. Questo punto, si ricollega al precedente in quanto la vendita di monili e piccoli oggetti in oro ha registrato un vero e proprio boom in questi ultimi anni a causa anche della crisi che ha obbligato moltissime famiglie a mettere in vendita i propri beni preziosi per far fronte a scadenza e spese non sempre sostenibili con il reddito percepito;
un giro di affari non sempre ‘registrato’. Un aspetto evidenziato da alcuni controlli e da parecchie inchieste, ha messo in luce che il settore presenta anche alcune ‘ombre’, quali : una percentuale del giro di affari complessivo che non viene ‘fatturato‘ e quindi, garantisce guadagni sicuramente superiori ai gestori di queste attività (a seguito del non pagamento delle imposte). Inoltre, alcuni (una parte molto limitata ovviamente) di questi punti vendita hanno provveduto al ‘ritiro’ di beni senza ottemperare i controlli e le verifiche previsti dalle legge (guadagnando cifre maggiori su prodotti di provenienza ‘discutibile’);
Tra le criticità
è difficile credere che il mercato di questi prodotti possa ancora crescere notevolmente per qualche anno.
Si può ipotizzare piuttosto una stabilizzazione del commercio di questi beni in prospettiva futura.
In questo caso, se dovessero aumentare i punti vendita aperti, si ridurrebbe il giro di affari a disposizione per ogni singola attività.
Per comprendere la reale situazione (come in futuro si direzionerà questo settore), occorrerà attendere i prossimi mesi (12/24 mesi) in cui anche questa area di attività tenderà a ‘stabilizzarsi’ ed a seguito di questo, potrebbero cominciare a verificarsi un certo numero di chiusure di attività meno ‘strutturate’ e con un giro di affari minore delle altre, quindi una ‘selezione’ del mercato dopo una iniziale corsa all’avvio che ha contraddistinto la prima fase.